Ciclo dei rifiuti
Ultima modifica 12 marzo 2019
1) Che cosa è un "rifiuto solido urbano"?
All'interno della categoria dei rifiuti solidi urbani vengono raggruppati diversi tipi di scarti: quelli domestici, quelli provenienti dalla pulizia delle strade, dalle attività di commercio, dai servizi di pulizia del territorio e dei giardini (taglio dell'erba e potature). Sono considerati R.S.U. anche i cosiddetti rifiuti ingombranti (elettrodomestici vecchi, mobili ecc.) e, più in generale, tutto ciò che viene buttato via in un contesto urbano, ad eccezione dei residui provenienti dalle attività industriali.
2) Quanti rifiuti produciamo?
Alcuni dati forniti dal WWF indicano una produzione di rifiuti solidi urbani annua, nella sola Italia, di circa 26 milioni di tonnellate, oltre 70 mila tonnellate giornaliere, più di un chilogrammo al giorno per abitante e le previsioni annunciano il raggiungimento di una quota di 32 milioni di tonnellate nel 2005. Per i rifiuti industriali la stessa fonte stima invece una produzione annua di 40 milioni di tonnellate. Per quanto riguarda la provincia di Torino si è calcolato che i rifiuti raccolti nel 1999 sono stati 435 chilogrammi all'anno per abitante, poco sotto la media europea di cinquecento chili pro capite. Nel 1999 la produzione di rifiuti nel Comune di Orbassano è stata di 8.689.798 chilogrammi. Tradotto in altri termini questo dato significa che ogni cittadino di Orbassano produce, in media, 1,095 chilogrammi al giorno di immondizia.
3) Quali sono i nostri rifiuti?
In base alle indicazioni fornite in passato dal "Programma provinciale di gestione dei rifiuti" nei sacchi di immondizia delle famiglie della provincia di Torino l'elemento più presente è sicuramente lo scarto "organico". Oltre il 30% del peso dei rifiuti prodotti è infatti composto dai residui della nostra alimentazione (avanzi dei pasti, bucce, gusci ecc.) a cui possono essere associati, come tipologia, i rifiuti vegetali derivanti da giardini e orti, i cosiddetti "sfalci". Un altro 30% dei nostri scarti è costituito dalla carta. Segue la plastica con l'11% circa. Il vetro con oltre il 10%. Il legno e i tessuti con il 5%. Mentre il restante 10% è costituito da materiale che non è possibile recuperare.
4) Come si può diminuire la quantità di rifiuti prodotta?
Per cercare di diminuire la quantità di rifiuti che produciamo quotidianamente possiamo ricorrere a dei piccoli accorgimenti, magari modificando alcune nostre abitudini nella spesa di tutti i giorni.
Per esempio, ridurre l'acquisto di carta plastificata, come i cartoncini per il latte, preferendo i contenitori in vetro. Discorso analogo andrebbe fatto per i prodotti in plastica, privilegiando vetro e carta riciclata. Ricordiamoci anche di acquistare soltanto il cibo necessario al nostro fabbisogno, per evitare inutili sprechi, e indirizziamo la scelta verso prodotti messi in vendita con un imballaggio poco voluminoso. Per diminuire drasticamente la quantità di rifiuti che vengono conferiti in discarica è indispensabile incrementare la percentuale di raccolta differenziata, allungando il ciclo di vita di tutti quei materiali che possono essere riutilizzati o riciclati.
Inoltre è necessario sostenere la diffusione di politiche di carattere nazionale e internazionale che possano modificare il sistema produttivo dei beni di consumo, in modo da ridurre fin dall'origine la produzione di rifiuti.
5) Che cosa significa precisamente "riciclare"?
L'Agenzia di Protezione Ambientale definisce il riciclaggio come l'attività di "raccogliere, rielaborare, commercializzare e usare materiale precedentemente considerato rifiuto". Utilizzando un linguaggio più comune possiamo spiegare il riciclaggio come l'attività che permette di utilizzare lo stesso materiale più volte per ottenere un determinato prodotto, con la finalità ultima di diminuire sensibilmente la quantità di materia prima necessaria per la produzione.
6) Come si ricicla?
Presupposto indispensabile per svolgere un'attività di riciclaggio consistente è praticare la raccolta differenziata inserendola nelle proprie abitudini domestiche. In altre parole soltanto raccogliendo in modo differenziato i materiali che è possibile riciclare si puó procedere correttamente verso il loro riutilizzo. Una raccolta indiscriminata, che fa confluire in un unico sacchetto i diversi materiali che compongono i nostri scarti pregiudica la possibilità di riutilizzarli per immetterli in un nuovo ciclo produttivo.
7) Quali rifiuti si raccolgono in modo differenziato?
Sono diversi i materiali che è possibile raccogliere in modo differenziato. Da un punto di vista tecnico la raccolta differenziata è suddivisa in "residui suscettibili di riutilizzo", quali la carta, il vetro, le lattine, i contenitori in plastica per i liquidi, e in rifiuti urbani pericolosi e inquinanti, come le pile, i farmaci scaduti e le siringhe.
E' possibile riciclare una grande quantità di rifiuti urbani, aiutando a diminuire drasticamente il conferimento degli stessi in discarica.
Infatti soltanto il 10 per cento dei rifiuti prodotti non può essere recuperato, mentre il rimanente 90 per cento è costituito da materiali che possono "vivere" ancora: dal vetro alla plastica, dalla carta al verde, dal legno ai metalli, per arrivare a tutti i rifiuti provenienti dai residui della nostra alimentazione.
Esistono inoltre dei prodotti che, pur non potendo essere riciclati, vanno raccolti in modo differenziato per la loro pericolosità. Si tratta, in particolare, delle pile, dei farmaci scaduti e di tutti i rifiuti etichettati con "T" (Tossici) o "F" (Infiammabili) , tra i più inquinanti che vengono prodotti. Le pile contengono infatti sostanze altamente inquinanti come il mercurio, il nichel, il piombo e il cadmio: un solo grammo e mezzo di mercurio è sufficiente a contaminare circa 100.000 litri d'acqua.
8) In che cosa si trasformano i materiali raccolti in modo differenziato?
Per capire meglio che cosa diventeranno i materiali raccolti in modo differenziato è utile fare qualche esempio.
Il vetro, con una serie di lavorazioni, può essere trasformato in contenitori e nuove bottiglie;
la carta e il cartone vengono riciclati in imballaggi e nuova carta;
le lattine "rinascono" sotto forma di scatolame e contenitori vari;
dal verde e da altro materiale organico, con un procedimento simile a quello da sempre attuato nelle nostre campagne, si ottiene invece il cosiddetto compost, un fertilizzante usato per la produzione di terricci e concimi organici;
anche i contenitori per liquidi in plastica possono a vere una nuova vita, attraverso la loro trasformazione in materiale per arredo urbano, in altri contenitori o in tubature per l'edilizia.
Benché siano svariati gli oggetti ottenibili dalla plastica - materiale indistruttibile e altamente inquinante - non tutti i tipi di questo materiale sono riciclabili. E' fondamentale effettuare la raccolta differenziata delle plastiche, in primo luogo del "polietilene" (indicato con la sigla PE) con cui si producono bottiglie, sacchi della spazzatura, sacchetti della spesa, film plastico da cucina, imballi per merci. Non bisogna mescolare il polietilene con nessun altro tipo di plastica: anche solo una piccola quantità di materiale inquinante compromette la raccolta differenziata di tutta la plastica.
Alternativa al riciclaggio di questo prodotto, anche se poco sviluppata, è il recupero energetico tramite combustione, essendo la plastica un derivato del petrolio e come tale dotata di una notevole capacità di produrre calore. E' però necessario far rilevare che questa tecnica porta alla distruzione di un bene prezioso, quale è la stessa plastica, non consentendone più il suo riutilizzo.